Plasmate nelle stesse botteghe dei vasai e modellate sul
tornio o a stampo, le lucerne antinoite abbracciano un periodo di tempo
compreso tra il III e il VII sec. d.C. e sono testimonianza delle variazioni
di forme ed elementi decorativi apportati nel corso del tempo.
La lucerna a disco con specchio
decorato da rosetta, in cui si
osserva un ritorno a motivi ellenistici, è forse l’esemplare più antico. La caratteristica ansa piena, con
scanalature verticali, si ritrova anche in altre lucerne, queste invece
tipicamente egizie, le quali
presentano nello specchio la croce monogrammatica, adottata in ambito copto
probabilmente per la somiglianza grafica con il geroglifico anekh, “vita” (in basso al centro).
Un
tipo di lucerna diffuso soprattutto in Nord Africa dopo il IV sec. ed imitato
in Italia e Grecia, presenta una forma più allungata, con lo specchio collegato
al beccuccio mediante un canale. Nello specchio possono figurare simboli e
scene cristiane, per esempio San Mena con le braccia alzate fra due cammelli.
l
legame con gli schemi iconografici del passato si inquadra nel contesto della
tendenza costante della Chiesa ad accogliere quanto delle tradizioni locali
poteva essere assorbito senza intaccare la sostanza delle Scritture. Ne
costituiscono un esempio le caratteristiche lucerne a rana, tipiche dell’Egitto. Il motivo della rana è una sopravvivenza dell’antico culto egiziano per Heqet, la dea
raffigurata con testa di rana e venerata come protettrice del genere umano. La
rana, nata dal fango del Nilo, fu vista come la
prima forma di vita sulla terra e divenne il simbolo
dell’origine della vita e della rinascita dalla morte. Associata alla vita
eterna, la rana è stata assunta, in epoca cristiana, come emblema di resurrezione in Cristo.
Tipicamente copte sono le lucerne
cosiddette ‘a uovo’, per via della loro caratteristica forma (in alto al centro).
Le lucerne modellate al tornio sono databili al periodo della dominazione araba, momento in cui si verifica un
ritorno a forme più antiche.
Analisi chimiche effettuate su due lucerne hanno evidenziato la presenza di residui
di olio di semi di Brassicacea, probabilmente olio di raphanos, a conferma
di quanto tramandato dalle fonti antiche e dai papiri, cioè la grande
diffusione di questo tipo di olio per illuminazione nell’Egitto tardo. Lo stesso olio, mescolato
ad altre sostanze, è risultato presente sia in un unguentario che in un incensiere (a destra in alto e in basso).
Nessun commento:
Posta un commento